Città di Viterbo

VILLA LANTE-Bagnaia. Concepita nel periodo di massimo splendore dell'arcchitettura del '500, costituisce l'esempio più completo e perfetto dell'idea che è a fondamento del giardino rinascimentale all'italiana. Grande mecenate fu il cardinal Gambara che voleva creare in Bagnaia un luogo di "Delitie". La progettazione viene comunemente attribuita al Vignola. Tra piante a fogliame sempreverde e pietre caratteristiche elemento protagonista è l'acqua associata ad elementi plastici ed architettonici. Da ammirare in modo particolare le fontane del Diluvio, dei Delfini, della Catena, della Tavola del Cardinale, dei Giganti, dei Lumini, del Quadrato e dei Mori.

Santuario della Madonna della Quercia. Armoniosa costruzione rinascimentale, fu eretta tra il 1470 e il 1525 a Bagnaia. A fianco del Santuario si può ammirare un bellissimo Chiostro, eretto in forme gotico-rinascimentali; sulle pareti del portico affreschi con i miracoli della Madonna della Quercia.

Piazza del Gesù, centro politico della città fino alla metà del XIII secolo, nell'omonima chiesa già dedicata a San Silvestro, teatro dell'efferato omicidio di Enrico di Cornovaglia nel 1271, episodio narrato da Dante nella Divina Commedia.

Santuario di S. Rosa, del XIX secolo, dove è possibile visitare la cappella che ospita il corpo della Santa morta nel 1251. A Rosa sono legati il tradizionale trasporto della Macchina e vari episodi della storia locale. Accanto al Santuario si può visitare la casa della Santa, collegata al monastero delle Clarisse

Basilica di S. Francesco, costruita in stile gotico-romanico e, a seguire, la chiesa di S. Faustino, costruita nel XIII secolo. Nella piazza antistante la chiesa si può ammirare la caratteristica fontana di S. Faustino, che risale al XII secolo.

Chiesa di S. Maria Nuova, una delle più antiche della città, probabilmente costruita su un presistente tempio pagano. Passando attraverso la scalinata è possibile entrare nel monastero Longobardo, riportato alla luce recentemente.

Il MUSEO CIVICO DI VITERBO, ospitato nel chiostro e nel convento annessi alla chiesa di S. Maria della Verità, è stato riaperto nel dicembre 1994 con un rinnovato allestimento e ordinamento delle raccolte; presenta il suo patrimonio su tre livelli espositivi, variamente articolati all'interno di due grandi scansioni cronologiche: l'Evo Antico nel piano inferiore, il Medioevo e l'Età Moderna nei piani superiori. Tel 0761-340810. Orario: invernale: 9,00-18,00; estivo: 9,00-19,00. Giorni di chiusura: Lunedì, I Gennaio, I Maggio, 25 Dicembre. Ingresso Lit. 6.000.

MUSEO NAZIONALE ARCHEOLOGICO. Occupa attualmente il piano terra della Rocca Albornoz, maniero fortificato del XIV secolo. E' dedicato ad un particolare aspetto della cultura etrusca: l'insediamento nel territorio e l'attività edilizia in età arcaica. Il tema è sviluppato attraverso l'esposizione dei reperti provenienti dagli scavi dei siti di Acquarossa e S.Giovenale, effettuati fra il 1956 e il 1978 dall'Istituto Svedese e SAEM. Il percorso museale si snoda con i plastici dei siti con le ricostruzioni dei tetti delle case e delle facciate degli edifici monumentali di Acquarossa, nonché con la suggestiva riproduzione di un ambiente domestico, arricchito con suppellettili e mobilia. Tel. 0761-325929 Orario: 9,00-14,00; festivi 9,00-13,00. Chiuso nei giorni di Capodanno, I maggio, Natale e tutti i lunedì feriali. Se il lunedì cade di giorno festivo la chiusura è spostata al martedì. Ingresso Lit. 4.000.

MUSEO DELLA CERAMICA, nel Palazzo Brugiotti (sec. XVI). Il museo ospita circa 200 reperti provenienti dall'area altolaziale con esemplari delle primitive "panate" a semplice impasto - risalenti al XII secolo - variegati manufatti della quattrocentesca "famiglia verde" e splendidi esemplari decorati in "zaffera" blu a rilievo. Ai secoli XVI e XVII appartiene il gruppo della ceramica castrense dai colori solari e le caratteristiche casupole dipinte "a guazzo". Seguono, in un percorso cronologico, la serie dei vasi da farmacia del 1600 decorati con stemmi dell'Ospedale e del Comune di Viterbo, stemma presente anche sull'ultimo ed unico reperto settecentesco della collezione. Accanto all'itinerario cronologico due gruppi di manufatti completano l'esposizione: il corredo di una spezieria del XV secolo con albarelli ed orcioli - su cui sono incise le "capacità" del contenuto - e un gruppo di ceramiche ispano-moresche, provenienti dal Museo di Barcellona. Tel 0761-346136. Apertura: venerdì, sabato e domenica 10,00-13,00 e 16,00-20,00. D'estate aperto tutti i giorni. Ingresso Lit. 6.000.

Il Palazzo Papale e la Cattedrale. Antico fulcro politico e religioso di Viterbo, piazza San Lorenzo raccoglie, nel colore scuro conferitole dal tufo e dal peperino dei suoi palazzi, le due testimonianze più significative dell'architettura e della storia della città. La Cattedrale fu edificata nel XII secolo in un luogo probabilmente occupato in età romana dal Tempio di Ercole. Attualmente la basilica si presenta con una facciata di gusto rinascimentale completata nel 1570, in sostituzione di quella originale di foggia romanica; è affiancata dall'imponente campanile trecentesco, di gusto senese, adornato da quattro piani di doppie bifore gotiche sovrastate da fasce alternate di peperino e travertino, e da una cuspide ottagonale. L'interno, dopo aver subito ingenti danni a causa dei bombardamenti alleati del 1944, fu ricostruito nel dopoguerra secondo l'originario impianto romanico. Esempio più caratteristico del gotico viterbese, il Palazzo dei Papi, eretto nel 1255-66, è l'altro monumento che caratterizza la piazza. Coronato da merli e aperto da bifore, il palazzo ospitò i papi - e diversi antipapi - per quasi tutto il Trecento: qui morì, travolto dal crollo della sua camera da letto, il coltissimo Giovanni XXI, qui si tennero numerosi conclavi tra i quali il primo celebre, estenuante conclave che elesse nel 1268 Gregorio X. Il palazzo è completato da una stupenda loggia gotica, poggiata su un voltone, aperta all'esterno da quando, secoli fa, crollò il salone retrostante. Caratterizzano la loggia sette archetti ogivali, sorretti da sedici esili colonnine e ornati nella parte superiore da un elegante traforo; gli archetti sostengono una fascia decorata con bassorilievi di scudi e leoni.

San Pellegrino. Una passeggiata per le vie di questo quartiere rappresenta un vero e proprio salto nel passato medievale della città, un suggestivo incontro con le forme tipiche dell'architettura dei primissimi secoli del II millennio. L'impianto urbanistico dell'intero quartiere è rimasto inalterato rispetto alla struttura originale. Scale, archetti, porticati e profferli (le caratteristiche scalate esterne delle antiche abitazioni) si alternano nelle viuzze del borgo medievale. Le abitazioni sono costruite con il peperino, pietra di origine vulcanica di colore grigiastro. Il quartiere medievale è stato a lungo un quartiere popolare, abitato da contadini, artigiani e muratori: oggi è sede di numerose botteghe artigiane e gallerie d'antiquariato, e le sue case sono dimora di professionisti ed artisti. Accanto alla chiesa di San Pellegrino, nella torre che sovrasta Palazzo degli Alessandri, ha sede il Museo del Sodalizio Facchini di Santa Rosa.

Orto Botanico dell'Università della Tuscia. L'Orto Botanico dell'Università degli Studi della Tuscia si trova a valle della sorgente del Bullicame confinando con la strada comunale S. Caterina e si raggiunge dalla superstrada Viterbo-Orte seguendo l'indicazione Terme e poi l'indicazione Bullicame, oppure dalla strada Faul-Bagni seguendo l'indicazione Bullicame. L'Orto Botanico ospita collezioni vegetali aggregate per criteri tassonomici, fitogeografici ed ambientali, compatibilmente con le caratteristiche climatiche e pedologiche dell'area, che è caratterizzata da forti escursioni termiche stagionali e da un suolo di natura fortemente calcarea. Nell'ambito delle ricostruzioni ambientali è stato realizzato un esempio di macchia mediterranea con pini d'aleppo, lecci, corbezzoli, mirto, lentisco, fillirea, palma anna come essenze principali, ginestre e cisti nelle parti della macchia più aride. Un'area è destinata a ricostruire i boschi mesofili caducifogli del viterbese (rappresentanti la flora autoctona): qui sono inserite le specie rare, minacciate e vulnerabili dell'Alto Lazio. Attorno ad una polla d'acqua è stata ricostruita un'oasi africana, con papiri, canne africane, tarò, ninfee. Una serra tropicale (1000 m3) ospita una collezione di piante che nel loro insieme riproducono l'aspetto di una foresta tropicale secondaria. La parte più bassa dell'Orto Botanico è caratterizzata dalla presenza di un lago artificiale alimentato da acqua che scorre per caduta nel sistema delle antiche canalette. Attorno al lago è stata ricostruita un'area di vegetazione subtropicale australiana che comprende Cordyline australis e varie specie di Eucalyptus, Acacia, Callistemon, Malaleuca. Di particolare interesse è la collezione di succulente che può essere visitata dalla tarda primavera all'inizio dell'autunno, in cui le piante, suddivise per aree fitogeografiche, sono collocate in uno scenario ambientale desertico. Orari di visita: è visitabile dal lunedì al venerdì dalle 8,30 alle 12,30. Sabato e festivi rimane chiuso salvo eventuali prenotazioni per gruppi non inferiori a 10 persone. Per ogni ulteriore informazione e per prenotazioni: Tel/Fax 0761-357097. Prezzo del biglietto: 0/5 anni: gratuito; 6/60 anni: Lit 4000; Carta d'argento (oltre 60 anni): Lit 2000. Ridotto per scolaresche, accompagnatori ed invalidi: Lit 2000.

 Provincia di Viterbo

PALAZZO FARNESE A CAPRAROLA (15 minuti da Viterbo). Il sontuoso Palazzo Farnese risale al 1559-1575, ed è abbellito da un parco-giardino. Il Palazzo venne eretto su disegno del Vignola, che volle imprimervi il segno della potenza della famiglia Farnese. All'interno si possono ammirare i saloni decorati dagli Zuccari e da altri celebri artisti del Manierismo romano ed europeo. Ufficio Turistico di Caprarola: Tel. 0761- 646157

PARCO DEI MOSTRI DI BOMARZO (20 minuti da Celleno ­ Km. 15). Il parco dei Mostri di Bomarzo fu ideato dall'architetto Pirro Ligorio (completò San Pietro dopo la morte di Michelangelo) su commissione del Principe Pier Francesco Orsini detto Vicino "sol per sfogare il core" rotto per la morte della moglie Giulia Farnese. Le enormi sculture che lo popolano sono scavate in massi di peperino che sembrano quasi generati dal terreno e rappresentano figure inquietanti, legate al mondo onirico,: "facie horrende, elefanti, orsi, orchi et draghi". Il parco è aperto tutto l'anno. Costo di ingresso: L. 15.000 a persona (L. 13.000 per gruppi superiori alle 25 persone). Ufficio informazioni: Tel. 0761- 924029

MUSEO ETRUSCO DI TARQUINIA (1 ora da Celleno ­ Km. 70). Visita al Museo Etrusco nel Palazzo Vitelleschi che ripercorre fedelmente la storia della civiltà etrusca con l'esposizione dei reperti in ordine cronologico. Si prosegue con la visita alla Necropoli ricca di tombe affrescate di varie tipologie. Passeggiata lungomare a Tarquinia Lido. Informazioni: Museo (Tel. 0766-856036); Necropoli (Tel. 0766-856308)

CASTELLO DI VULCI (1 ora da Celleno ­ Km. 70). Visita al suggestivo Castello dell'Abbadia, già sede di un'antica abbazia benedettina. Per un certo periodo appartenne all'Ordine dei Cavalieri Templari, attualmente ospita il Museo Nazionale Etrusco con reperti provenienti dalle necropoli dell'antica città di Vulci. Nelle vicinanze l'area archeologica e visita della Villa Romana del Criptoportico. Informazione: Tel. 0761-437787

NECROPOLI DI CASTEL D'ASSO (30 minuti da Celleno ­ Km. 25). Situata a circa 8,5 km da Viterbo è facilmente raggiungibile seguendo dapprima le indicazioni per le Terme dei Papi e da qui l'apposita segnaletica che sorge presso le rovine dell'omonimo maniero medievale. La necropoli conta una settantina di tombe risalenti in genere al IV secolo a. C., tra queste la Tomba Orioli e la Tomba Grande sono le più notevoli per complessità di struttura e inconsuete dimensioni. Di fronte alla necropoli è possibile visitare l'area occupata dall'antica città etrusca. Purtroppo le uniche testimonianze rimaste del complesso sono rappresentate dai fossati difensivi e da alcuni pozzi e cunicoli. Il visitatore che salga al pianoro della città potrà tuttavia osservare i suggestivi resti del castello medievale; circondato da un fossato difensivo, il castello mostra le rovine di una torre di guardia, edificata in pietra calcarea e blocchetti di tufo, e lo sperone di un robusto mastio quadrato.

CIVITA DI BAGNOREGIO (a Km. 10 da Celleno), la "città che muore". Un grumo di case sul colle tufaceo nella valle argillosa dei calanchi, di fronte a Bagnoregio. Il centro medioevale è abitato da artisti, poeti di tutto il mondo. Uno degli scenari più suggestivi della Tuscia Viterbese.

TUSCANIA (a Km. 35 da Celleno), graziosa cittadina medievale a 20 km da Viterbo. Visita alle splendide chiese romaniche di S. Maria Maggiore e di S. Pietro, validissime testimonianze artistiche risalenti all'epoca alto-medievale. Le chiese sono situate su un colle che domina le vallate circostanti, offrendo allo sguardo un panorama suggestivo. Fuori la chiesa si possono vedere molti sarcofagi etruschi. Inoltre, degni di esser visti sono alcuni affreschi e importanti esemplari di architettura romanica (colonne, altari e volte). Una cripta piuttosto interessante si trova nel basamento della chiesa ed è fatta con colonne di vario stile. La chiesa di S. Maria Maggiore desta interesse per un affresco del XII secolo che ritrae il Giudizio Finale. Si prosegue con una passeggiata per il borgo medievale.

VITORCHIANO (a Km. 12 da Celleno), delizioso borgo medievale, cui si accede da un'unica porta (Romana), che fa rivivere con la sua storia e i suoi monumenti la Roma del libero Comune. Vitorchiano era infatti parte di Roma e ancora oggi nelle manifestazioni ufficiali, a fianco del Gonfalone di Roma, appaiono i "Fedeli di Vitorchiano" nei caratteristici costumi disegnati da Michelangelo.

LAGO DI BOLSENA (a Km. 20 da Celleno). Visita alla Basilica di S. Cristina (XI sec.) legata alla storia del miracolo del Corpus Domini, la Cappella del Miracolo di stile barocco, dove erano conservate le reliquie della Santa. Si prosegue verso la roccia vivente della Grotta di S. Cristina (rivolgersi in sacrestia), una chiesa del primo periodo cristiano (IV sec.) e visita alle catacombe. Visita al Castello Monaldeschi del XII sec. All'interno si trova il Museo territoriale del Lago di Bolsena.

MONTEFIASCONE (a Km. 15 da Celleno). Visita alla Rocca dei Papi, accanto alla poderosa cupola di Santa Margherita. Visita alla chiesa di San Flaviano, eretta in forme romaniche nell'XI sec. su preesistente costruzione pagana e costituita da due chiese sovrapposte. Nel XIII sec. Urbano IV l'ampliò in fome gotiche. All'interno numerosi affreschi e la tomba di Giovanni Defuc (1111) cui è legata la leggenda del vino Est! Est!! Est!!!. Si può visitare la Cantina Sociale e degustare il celebre vino Est Est Est! (Narra la leggenda che un ecclesiastico tedesco, in viaggio verso Roma, abbia detto ad un attendente di precederlo e scrivere Est - "c'è" - all'ingresso di ogni città in cui il vino fosse buono. E questi a Montefiascone avrebbe scritto Est, Est, Est!.

CAPODIMONTE (a Km. 25 da Celleno). Sul Lago di Bolsena, si può effettuare un giro in battello del Lago, con una sosta all'lsola Bisentina, dove Ranuccio, capostipite dei Farnese, fece erigere un monumento funebre oggi collocato nella cinquecentesca Chiesa dei Santi Giacomo e Cristoforo e all'isola Martana, ricordata per la tragica fine di Amalasunta, regina degli ostrogoti, che, secondo la leggenda, venne fatta uccidere in questo luogo appartato dal marito Teodato. Informazione Navigazione sul lago: La Bussola Tel. 0761-870760

SUTRI (a Km. 40 da Celleno). Centro etrusco importantissimo nell'antichità (IV secolo a.C.). Qui è possibile visitare l'anfiteatro (I sec. a.C.) e il Mitreo (III sec. d.C.) del primo periodo Cristiano, completamente scavato su una vecchia tomba etrusca, che nel I secolo a.C., ospitava i seguaci dei Misteri Mitriaci. Successivamente sorse una suggestiva chiesa cristiana ipogea dedicata alla Madonna del Parto. A seguire, le suggestive Necropoli, composte di 64 tombe rupestri sullo sfondo di un paesaggio selvaggio. Centro visite Riserva Naturale Lago di Vico: Tel. 0761- 647444

ORVIETO (a Km. 25 da Celleno), ridente città dell'Umbria verde si eleva su una rupe di roccia tufacea di origine vulcanica che sorge a picco dalla rigogliosa e verdeggiante collina. Tra le bellezze artistiche spicca l'imponente Duomo di stile romanico-gotico. Al suo interno è nota la Cappella del Santissimo Corporale, dove è riposta la reliquia del famoso miracolo eucaristico di Bolsena. Nel piazzale sottostante il Duomo vi è il Pozzo di S. Patrizio, fatto scavare da Clemente VII rifugiatosi ad Orvieto durante il Sacco di Roma (1527) allo scopo di provvedere acqua alla città in caso di assedio. Profondo 62 metri e largo 13, ha due scale a chiocciola sovrapposte e indipendenti con 248 gradini. Visita guidata a "Orvieto sotterranea": percorso emozionante nel cuore della città. Informazioni: 0763-341772/344433

 Parchi naturali

Riserva naturale di Monte Rufeno (da Celleno Km 55 sulla Cassia per Siena). Area naturalistica protetta del Lazio, si estende su 2890 ettari, attraversati dal fiume Paglia, nel territorio del comune di Acquapendente. All'interno della Riserva sono stati allestiti alcuni itinerari: Sentiero escursionistico "Fossatello" (Km. 9.500 percorribile in 8 ore): molto difficile. Sentiero natura "Il Felceto" (Km. 1.600 percorribile in 2 ore): molto facile. Sentiero escursionistico "Monte Rufeno" (Km. 3.500 percorribile in 3 ore): medio-facile. Sentiero escursionistico-equestre "La Fonte" (Km. 3.000 percorribile in 2 ore): facile. Informazioni: Centro visite 0763-733642; per alloggiare e escursioni equestri Tel. 0763-717078 (Adio)

Riserva naturale del Lago di Vico (da Celleno Km. 25 sui Monti Cimini). Di origine vulcanica, si trova a circa 500 metri di altitudine sui Monti Cimini e presenta un'interessante zona palustre, frequentata da uccelli acquatici. Fanno parte della Riserva anche le pendici boscose dei monti Venere e Fogliano, con la vasta faggeta. Informazioni: Comune di Caprarola Tel. 0761-647444

 Stabilimento termale

TERME DEI PAPI (Tel. 0761-3501 - Fax 0761-352451) - Viterbo. Le nostre acque minerali sono per la maggior parte solfureo-solfato-bicarbonato-alcalinoterrose, per lo più ipertermali (da 40°C ad oltre 58°C). L'acqua della sorgente Bullicame con i suoi 58°C di temperatura e 18 l/s di portata, è da sempre la più famosa per le qualità terapeutiche: il suo notevole pregio risiede proprio nelle caratteristiche chimico-fisiche che la rendono adatta a molteplici e ottimali utilizzazioni in terapia termale (da sempre tra le più apprezzate in Idrologia Medica), in particolare nella cura e nella prevenzione delle affezioni croniche di tutto l'apparato respiratorio e di quello osteoarticolare; peraltro anche malattie della cute, dell'apparato genitale e malattie dismetaboliche si giovano ampiamente di trattamenti attuati con tale acqua. La stessa sorgente alimenta inoltre una splendida piscina di oltre 2.000 mq di superficie, adatta a piacevoli e tonificanti momenti di relax. Ma a disposizione delle Terme dei Papi vi sono anche altre emergenze, che, dal punto di vista della Medicina Termale, si discostano dalle suddette per composizione ed indicazioni, creando una ulteriore molteplicità e diversificazione delle possibilità di intervento terapeutico (ad esempio in gastroenterologia, angiologia, stomatologia ...), come avviene per la storica sorgente Bagno del Papa che scaturisce da falde sottostanti lo stabilimento, un tempo assai apprezzata da Papi ed illustri personaggi, oggi efficacemente impiegata nella cura delle vasculopatie periferiche. Perla del nuovo Centro Termale è la suggestiva grotta terapeutica caldo-umida, le cui condizioni ambientali sono create naturalmente per caduta dell'acqua ipertermale sotto forma di cascatelle. Vasto spazio è riservato alla fangoterapia con ampi camerini, completi di doccia e vasca con idromassaggio, nei quali il fango naturale arriva direttamente con un moderno circuito che ne garantisce omogeneità e temperatura costante. Questa preziosa materia viene estratta dal Laghetto Bagnaccio, un cratere di origine vulcanica sul fondo del quale sgorgano numerose sorgenti di acqua termale che mineralizzano e maturano allo stato naturale le argille presenti da secoli nel laghetto.

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